Carovigno, uno Shuttle destinazione inclusione
- Pubblicato: 13 Luglio 2023
A Carovigno, in provincia di Brindisi, il badminton è il fedele compagno di giochi di tanti ragazzi che non hanno molte alternative per divertirsi. Nel comune pugliese quindici anni fa è nata l’ASD Shuttle Carovigno, fondata da Angela Sgura, insegnante di educazione fisica all’istituto alberghiero “Sandro Pertini”. Quest’anno l’associazione è entrata a far parte di “+ Badminton x tutti” e “Vola con noi 2.0”, i progetti ideati dalla FIBa e finanziati da Sport e Salute, che puntano a sostenere le realtà meritevoli garantendo rispettivamente l’accesso gratuito al badminton per le fasce deboli e l’avvicinamento di bambini e adolescenti all’attività sportiva.
“Tutto nacque perché una mia vecchia collega di religione insegnava italiano a un ragazzo nigeriano di un centro di accoglienza - ricorda Sgura - Il ragazzo si chiamava Steven Erebor e giocava a badminton. Io ero una delle poche professoresse che lo faceva praticare a scuola, e mi venne chiesto di creare un’associazione per far giocare i ragazzi”.
L’utenza è particolare: la maggioranza degli studenti di qui ha famiglie con problematiche economiche e sociali: “Appartengono a ceti fragili e non riescono a fare sport in altro modo, rischiando quindi di buttare il tempo in strada o peggio ancora nelle sale slot - continua con serietà la loro allenatrice - Purtroppo qui a Carovigno non c’è altro da fare per loro, dopo la scuola”.
Angela è aiutata nel suo operato da Marcin Wojtovicz e Marina Iaia: “Il nostro obiettivo è impegnare i ragazzi, con la speranza di potergli dare un’alternativa e, perché no, farli diventare un giorno allenatori di badminton”.
Gli allievi della Shuttle Carovigno si allenano una-due volte la settimana nella struttura tensostatica “Fernando Prima”: “Il nostro paese è piccolo, e gli impianti sportivi sono quasi tutti inagibili - spiega la Sgura - Quando non abbiamo spazio alla “Prima”, ripieghiamo su una palestra scolastica”.
Nell’ora e mezza che dura ciascun allenamento, però, tutti i guai degli studenti di Carovigno spariscono: “A differenza del calcio, il nostro sport coinvolge di più e non ha quella violenza. Inoltre le femmine non sono limitate dal fisico, perché possono giocarsela alla pari con i maschi affinando la strategia”.
In altre parole, il volano livella le differenze e favorisce l’integrazione, anche dei ragazzi con disabilità intellettive (che sono circa il 30% del totale). “Siamo partiti in 15, poi si sono aggiunte persone: a volte siamo 18, a volte 22 - spiega la professoressa - Ci sono maschi e femmine, normodotati e diversamente abili, italiani, marocchini e albanesi”.
Ciò che accomuna tutti è l’amore per la racchetta, quell’oggetto che ormai non riescono ad abbandonare. Alcuni di loro a breve potrebbero iniziare un’esperienza lavorativa, ma già hanno avvertito la professoressa Sgura “che non vogliono smettere col badminton - sorride lei - “+ Badminton x tutti” punta sul serio all’inclusione. Vedere giocare il nostro Carlo Alberto Del Giacco, uno studente autistico, è una gioia per il cuore”.
Intervista a cura di Giacomo Rossetti