Continua il percorso che porterà Giovanni Toti e Rosa De Marco alle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi.

 

Fondamentale, per il raggiungimento di questi due straordinari obiettivi, l'apporto dello staff tecnico, protagonista dell'ultimo appuntamento social della FIBa "Si vola a Parigi".

 

"E' un risultato che parte da lontano - sottolinea il direttore tecnico Lorenzo Pugliese - per noi la cosa principale, all'inizio di questa strada, era proporre un modello chiaro di sviluppo di gioco, chiaro da seguire ed applicabile agli atleti del Centro Tecnico Federale. Sin dal primo incontro con l'head coach Zhou Junling abbiamo condiviso tutti i principi base del gioco, Javier Gallego lo conoscevo e stimavo da anni, Enrico Galeani ha sempre dimostrato grande competenza e passione, così come Wisnu Putro. Giovanni Toti è cresciuto moltissimo, in particolar modo nella fase estiva dell'anno olimpico, in cui ha inanellato prestazioni e vittorie che gli hanno consentito di arrivare fino al best ranking di numero 60 del mondo, scalando posizioni su posizioni dal 400esimo posto. E' un atleta ambizioso, ancora all'inizio di un percorso comunque già importante, con uno stile di gioco molto tecnico ed estremamente moderno, che lo avvicina ai migliori del mondo. In più, ha grande esplosività anche grazie alla sua passione per la boxe: vederlo riscaldarsi prima di un match con gestualità che riprendono la disciplina del pugilato è qualcosa di spettacolare".

 

Di Rosa De Marco parla invece il "suo" coach Enrico Galeani: "E' stato un percorso duro ma ricco di soddisfazioni: è partita da atleta principiante ed è arrivata in poco tempo alle Paralimpiadi. Per me è stato allenare una ventenne con lo stesso approccio di chi allena una bambina alle prime armi. Ma non sono sorpreso del suo exploit: Rosa è una atleta attenta e con tanta voglia di migliorarsi: negli ultimi sei mesi è letteralmente 'sbocciata'. I suoi punti di forza? Ascolta ed impara senza fare troppe domande e poi è testarda come pochi".

 

L'head coach Zhou Junling sottolinea, invece, quanto sia stato straordinario vedere questi miglioramenti in così poco tempo, visto che per preparare le Olimpiadi e le Paralimpiadi gli atleti hanno avuto un anno in meno, a causa del posticipo - causa covid - dei Giochi di Tokio: "Una delle maggiori aree di miglioramento per Toti è stata la gestione delle emozioni e delle fasi del match, la stabilità della performance. Anche Fabio Caponio ha fatto passi da gigante, guadagnano tantissimi punti attraverso i quali avrebbe meritato anche lui la qualificazione: per entrambi è la mentalità ad essere cresciuta in maniera impattante".

 

Per coach Javier Gallego "la competitività interna è stata importantissima: nei due centri federali i ragazzi sono cresciuti insieme, confrontandosi, prendendo il meglio l'uno dall'altro da un punto di vista tecnico, atletico ed emozionale. Dopo anni di lavoro, guardandoli, sembra che ora vadano con il pilota automatico: segno che in questo periodo abbiamo lavorato bene. D'altra parte il "Progetto giovani" della FIBa è quello che mi ha spinto ad andarmene dal mio paese ed arrivare in Italia: quando siamo partiti nel 2014 avevamo come obiettivo queste Olimpiadi e siamo riusciti a centrale. Ma questo deve essere soltanto un punto di partenza".

 

"Stiamo parlando di sogno Parigi da settimane ormai, ma per noi più che un sogno era un target ben definito - rivela coach Wisnu Haryo Putro - che abbiamo raggiunto grazie ad un lavoro svolto all'unisono. Sono qui dal 2009 ed in quindici anni non siamo mai stati così competitivi: sono tanti i giocatori bravi e si stimolano l'uno con l'altro, dimostrando personalità e carattere. Le stesse che mostreranno a tutto il mondo ai Giochi".

 

 

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