L’Italian Junior 2024, che prenderà il via il prossimo 23 febbraio per concludersi con le finali il 25, sarà l’occasione per tutti i partecipanti anche di potersi rapportarsi con il nuovo percorso di BWF dedicato alla Dual Career (https://development.bwfbadminton.com/player/career-pathway-scholarships-opportunities/dual-career-resources). Per quanto riguarda la FIBa in questi anni ci sono stati diversi esempi tra i quali Gianmarco Bailetti e Giovanni Greco che abbiamo intervistato insieme al Direttore Tecnico Lorenzo Pugliese.

 

In questi anni sia il CIO che BWF hanno attivato dei percorsi per guidare gli atleti nel post carriera, in che modo la FIBa ha perseguito questo obiettivo?

Lorenzo Pugliese: “La fine della carriera sportiva e la transizione verso una nuova carriera può essere vissuto per molti atleti come un momento personale molto impegnativo. Le istituzioni sportive mondiali e nazionali hanno capito l'importanza di questo aspetto e forniscono strumenti di sostegno importanti come Athlete365, Career+ e l'Athlete Career Portal o, a livello nazionale, tutte le iniziative del CONI. Nel nostro piccolo stiamo iniziando a mettere in pratica alcuni degli step consigliati per iniziare a pianificare la carriera degli atleti attualmente convocati presso il CTF. In particolare un lavoro individualizzato di mappatura delle esperienze passate, della situazione attuale e della percezione che hanno del futuro. è interessante notare come sia proprio Giovanni Greco, che sta ultimando la sua transizione di carriera, a gestire in prima persona i colloqui con i giovani atleti del CTF. Inoltre vogliamo continuare ad implementare i percorsi di formazione sul campo dedicati a giocatori e ex-giocatori con la speranza che, almeno una parte di loro, possano continuare a rimanere nel mondo del badminton.   

Giovanni Greco: “I programmi di Dual Career che sono stati attivati da BWF, dal CIO ma anche dal nostro Comitato Olimpico, in tal senso vengono indetti diversi bandi di concorso dalla nostra Commissione Nazionale Atleti CONI. Uno di questi è il bando Atleta Eccellente Eccellente Studente, al quale recentemente ha partecipato ed è risultato tra i vincitori il nostro atleta Fabio Caponio. Il nostro compito come Fiba e Commissione Federale Atleti è quello di fare da cassa di risonanza a queste iniziative del CONI, oltre a quello di supportare quotidianamente i nostri atleti nel loro percorso sportivo e post carriera sportiva”.

Gianmarco Bailetti: “La FIBa mi ha aiutato nel post carriera facendomi affiancare al momento i due terapisti della nazionale, avendo io conseguito il diploma di massoterapista MCB”.

 

Nella fase di transizione, quando si è ancora un’atleta, in che modo è possibile far coincidere ad esempio allenamenti e momenti formativi per il ruolo futuro?

L.P.: “Sicuramente richiede uno sforzo aggiuntivo, ma se gli atleti comprendono l'importanza di porre attenzione anche alla preparazione della transizione di carriera sono due cose assolutamente compatibili, come alcuni dati su atleti internazionali dimostrano”.

G.G.: “L’organizzazione del tempo è fondamentale per far coincidere allenamenti e studio, ottimizzando anche i momenti in cui si è in viaggio per i tornei internazionali e studiando per esempio anche durante i voli lunghi”.

G.B: “Far coincidere studio e lavoro non è stato una passeggiata perché allenandomi due volte al giorno durante la settimana l’unica possibilità di seguire le lezioni per me era durante i weekend, 8 ore il sabato e 8 ore la domenica, tornei permettendo e per stare al passo con il programma di studio era necessario studiare tra un allenamento e l’altro e durante la sera”.

 

Quali sono gli aspetti più determinanti per una transizione proficua?

L.P.: “Innanzitutto gli atleti devono avere la consapevolezza che prima o poi inizierà un nuovo capitolo della loro vita e che le sfide del post-carriera sportiva possono essere altrettanto motivanti. Gli atleti devono capire che possono valere anche fuori dal campo e concedersi l'opportunità di eccellere anche in altri ambiti”.

G.G.: “Sono convinto che gli atleti di alto livello, una volta finita la loro carriera sportiva, possano essere delle risorse importanti per aziende, enti, etc. poiché nel corso della loro vita hanno migliorato e integrato delle soft skills necessarie per il mondo del lavoro, come per esempio la gestione dello stress, la capacità di lavoro in team, la capacità di risoluzione di problemi e la metodologia di lavoro basata sul settaggio di obiettivi”.

 

Quale caratteristiche utili in campo possano diventare fondamentali “dietro la scrivania”?

L.P.: “Un vero atleta deve essere costante e disciplinato, deve sapersi adattare alle diverse situazioni, performare anche in situazioni difficili e lavorare in gruppo. Credo che siano caratteristiche fondamentali in qualsiasi lavoro, se si vuole farlo bene ovviamente”.

G.B.: “Sicuramente una caratteristica utile che mi è servita anche nello studio oltre che in campo è stata la determinazione di raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissato e quindi mi spronarmi da solo per concludere gli studi nel modo migliore, stesso discorso vale per il lavoro quindi non smettere di formarsi e puntare sempre a migliorarsi”.

 

Quale sicurezze può dare anche in campo, la certezza di una dual career nel futuro?

L.P.: “Immagino che tutti si sentano più "sicuri" quando il futuro sembra fare meno paura, ma in ogni caso non è possibile averne certezza. Il grande atleta è focalizzato sul presente, ma si prepara il meglio possibile per affrontare le sfide che potranno presentarsi”.

G.G.: “La pianificazione di carriera sportiva e post-sportiva credo sia fondamentale per dare certezze future all’atleta. È normale che quando si svolge la professione di atleta, pensare a lungo termine è molto complicato, ma credo sia una cosa determinante appunto per dare l’opportunità agli atleti di inserirsi nel mondo del lavoro, in maniera graduale e proficua, indirizzandoli verso i settori di loro interesse e gradimento, dove potranno essere dei valori aggiunti e risorse fondamentali”.

 

Raccontaci il tuo nuovo ruolo nello staff azzurro? Quando sei entrato nella nazionale di Badminton avevi già questa idea di proseguire verso questo ruolo? Quando hai avuto la percezione di poter ricoprire questo ruolo? Quanto è stato difficile far coincidere studio e campo?

G.B.: “Quando sono entrato a far parte della nazionale non avevo assolutamente questa idea, ma con il passare del tempo ho iniziato a prendere più in considerazione questo ruolo fino a quando non ho deciso che probabilmente era il percorso più giusto per me”.

G.G.: “Quando sono arrivato al CTF di Milano nel 2009 non avevo idea di cosa avrei fatto nel futuro, mi ero appena diplomato al Liceo Scientifico Cannizzaro di Palermo. Con il passare del tempo però ho cercato di chiarire quello che realmente volevo nel mio futuro, oltre ad essere ovviamente un atleta della Nazionale di Badminton. Una tappa importante e fondamentale è stata l’arruolamento presso il Gruppo Sportivo FFOO, che mi ha permesso di allungare la mia carriera sportiva, durante la quale, parallelamente, ho continuato a studiare conseguendo la Laurea in Giurisprudenza e il Master Internazionale di I° Livello in “International Sport Event and Management”. Non è stato sicuramente facile conciliare lo studio e lo sport, fino a qualche anno fa i programmi di Dual Career erano meno diffusi presso le Università come invece lo sono adesso. La voglia di crearmi però qualcosa per il mio futuro per accedere a nuove sfide è stato il motore che mi ha permesso di raggiungere questi obiettivi formativi/educativi. Con il passare degli anni, acquisendo poi maggiore maturità, ho avuto le idee più chiare su quello che mi piacerebbe fare in futuro non appena smetterò di essere un atleta della Nazionale”.

 

 

 

 

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